mercoledì, marzo 29, 2006
Ballarà
Ho sempre un certo disagio quando vedo la Bonino, grande animale da palco congressuale, sminuita nella cornice del piccolo schermo. Io non sono in grado di convincere nessuno, non c’è verso, quando dico la mia m’infervoro, sbarello, e soprattutto nel mio fervore e nel mio sbarellamento non la smetto di dire i contro al mio discorso, non mi nego di problematizzarlo e di trarne comunque le meno peggiori conseguenze, mi sento un verme se dopo aver detto Bau non mi soffio sui baffi tutti i dovutissimi Miao. Sono solipsisticamente fiero della dozzina di voti raccattati alle comunali di Firenze, perché tutti rigorosamente di non radicali (tranne il mio – e lasciatemi dire che Votare Fantozzi è una gran soddisfazione), ma quanto più incazzato di almeno un voto che invece non m’è arrivato. La Bonino, però, è una mia faccia pubblica, è quella signora che se fosse al governo risolverebbe il grosso dei problemi risolvibili, e persino qualche insospettato irresolubile – e vedermi in pubblico senza avere il controllo di ciò che dico (per altro illusorio. Come quando ci si sente più sicuri a guidare noi, piuttosto che l’amico che guida meglio) mi mette un grande imbarazzo.
Che ha fatto ieri sera l’Emma? Di fronte alla platea di Rai3, si è distinta (dal Berlusca come dal Bertinotto) nel tentativo di accaparrarsi il voto dei delusi dal berlusconismo. È lì per le donne, è la più impegnata fra i sostenitori dei diritti civili nel mondo – questo è venuto fuori. È una capace e volenterosa di dialogare col comunismo nonviolento dell’attuale segretario di Rifondazione. Intanto Berlusconi diceva con la consueta faccia tosta le sue bugie e dava del comunista a Bertinotti, che a sua volta (mi è parsa l’unica cosa notabile) citava gli operai. Mi piacerebbe molto che citare ad ogni fiato le mancate riforme liberali della destra ci portasse più di una dozzina di voti, e soprattutto mi piacerebbe che non ce ne togliesse qualche centinaio di migliaia di difensori preconcetti dello welfare-quo. Ma perché, per esempio, non citare il sussidio di disoccupazione – ammortizzatore sociale liberale che da anni abbiamo in programma nell’ignoranza dei più? Ma perché- Ma perché-.
Guida meglio lei, e di chiunque altro, mica l’ho mai pensata diversamente. Solo che, buche nel selciato a parte, vorrei solo sapere se qualcuno in più l’ha capito - che a darle il volante ci porterebbe nel posto giusto in meno tempo e con meno rischi di chiunque altro.
Che ha fatto ieri sera l’Emma? Di fronte alla platea di Rai3, si è distinta (dal Berlusca come dal Bertinotto) nel tentativo di accaparrarsi il voto dei delusi dal berlusconismo. È lì per le donne, è la più impegnata fra i sostenitori dei diritti civili nel mondo – questo è venuto fuori. È una capace e volenterosa di dialogare col comunismo nonviolento dell’attuale segretario di Rifondazione. Intanto Berlusconi diceva con la consueta faccia tosta le sue bugie e dava del comunista a Bertinotti, che a sua volta (mi è parsa l’unica cosa notabile) citava gli operai. Mi piacerebbe molto che citare ad ogni fiato le mancate riforme liberali della destra ci portasse più di una dozzina di voti, e soprattutto mi piacerebbe che non ce ne togliesse qualche centinaio di migliaia di difensori preconcetti dello welfare-quo. Ma perché, per esempio, non citare il sussidio di disoccupazione – ammortizzatore sociale liberale che da anni abbiamo in programma nell’ignoranza dei più? Ma perché- Ma perché-.
Guida meglio lei, e di chiunque altro, mica l’ho mai pensata diversamente. Solo che, buche nel selciato a parte, vorrei solo sapere se qualcuno in più l’ha capito - che a darle il volante ci porterebbe nel posto giusto in meno tempo e con meno rischi di chiunque altro.
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