martedì, gennaio 30, 2007

 

Dante si faceva le canne?

'E quel che ci si chiede (a partire dal supplemento letterario del "Times") in seguito all'ultimo libro della nonuagenaria dantista Barbara Reynolds, la quale avrebbe rintracciato nel De Vulgari e nel Convivio diverse citazioni da non so più quale testo di erboristeria stupefacente - e che allega come giunta alcuni versi del Primo del Paradiso:

Beatrice tutta ne l'etterne rote
fissa con li occhi stava; e io in lei
le luci fissi, di là sù rimote.
Nel suo aspetto tal dentro mi fei,
qual si fé Glauco nel gustar de l'erba
che 'l fé consorto in mar de li altri dèi.
Trasumanar significar per verba...

Ottima in effetti la sottolineatura della rima erba/verba (trasumanar significar per erba...) - e ottimo il consiglio che ne verrebbe fatto di inoltrare a quelli della Dantesca, persi negli attuali giochetti di micropotere (non interrotti neppure dalla morte del grande Mazzoni): il Nostro non si sa - ma voi una bella cannetta della pace fumatevela...


lunedì, gennaio 29, 2007

 

I Santi, i Morti e il resto dei giorni/6

VII Congresso della Tamburi (prima parte, la seconda avrà luogo quando ci saremo definitivamente scelti/sciolti), intervento del Braccini - ivi linkato anche a parzialmente supplire ai Santi&Morti/2 (ovvero "come sono finito al Comitato") e /5 (ovvero "Forza Rita!"):
-intervento (da 20" in poi);
-suo finale (primi 20");
-mia dichiarazione di voto (da 2'20" a 3'20") e pasticcio conclusivo dello Scheggi (a cui rispondo da 4'20" a 4'45").


martedì, gennaio 23, 2007

 

UNA ALTERNATIVA CHIAMATA GALASSIA



Al centro gravita il Partito.
Il Partito è il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito ( PRNTT ).
Intorno al centro gravitano le associazioni, i movimenti, le organizzazioni che fino a oggi sono state dette “ di area “; ma l'area è una misura bidimensionale che non basta più a definire una realtà complessa.
Se poi uno di questi satelliti diventa centro ed è in grado di aggregarsi un altro sistema, il tutto prende la forma di una galassia; questo già accade con Radicali Italiani, che è centro per le associazioni locali, tematiche e on-line, per l'associazione Luca Coscioni con le sue cellule, ecc.


Stupisce ( o almeno, mi stupisce ) il fatto che non tutti gli eletti nel Comitato di Radicali Italiani ( RI ) presenti all'ultima assemblea avessero chiaro questo concetto, e molti dimostrassero di non aver compreso chiaramente che l'obiettivo dei 5000 iscritti entro febbraio, posto a Bruxelles durante il Consiglio Generale del PRNTT e fatto proprio da RI durante il Comitato straordinario di inizio gennaio, riguarda appunto il transnazionale: è vero che i difetti di comunicazione continuano ad imperversare tra noi e fra noi e gli “altri”, ma che accidenti si sono candidati a fare alle elezioni per il comitato persone che non sono in grado o non hanno voglia di tenersi informati sulle mozioni, sugli obiettivi, sulle linee politiche del loro stesso partito o movimento che dir si voglia?
Che senso ha la campagna di iscrizioni alle associazioni locali, che sono con rispetto parlando come piccole lune di un piccolo pianeta, se non è coordinata strettamente a quella per il PRNTT?
La gerarchia dei sistemi astronomici non è legata al potere, ma ai campi di energie.
All'inizio c'era il partito radicale, uno dei primi partiti italiani nella storia, già in vita prima del regime fascista, già rinato più volte; stupisce sentire dire che prima del 2001 non c'era niente, eppure lo abbiamo sentito dire e ripetere; stupisce anche sentir chiamare baracca una casa, la casa radicale che non sarà un palazzo e non sarà perfetta ma è pur sempre una casa e sempre lo è stata e non una baracca, in tutti i sensi.
Comunque sentirmi stupefatta non è una novità nè un deterrente.
Straordinario questo ultimo comitato, veramente straordinario nell'emergere della realtà che dove qualcosa cresce qualcosa altro diminuisce, che se da una parte cresce l'umiltà da un'altra cresce l'arroganza, dove crescono talenti crescono parassiti, e non sempre dove cresce il talento oratorio cresce l' onestà intellettuale e la limpidezza politica.
Alcuni temi li abbiamo persi per strada ( dove sei, caso Italia? Se ci sei batti un colpo! ) o generosamente donati, per esempio l'antiproibizionismo sulle droghe, che non riguarda solo il diritto di farsi una canna in pace, e dici poco!, ma anche i campi afgani di oppio con tutto il corollario; per esempio il tema ambientale, rappresentato dal solo coraggioso impegno di Rientro Dolce, sbeffeggiato da tutti, e volessero gli dei che si possa ancora a lungo continuare a riderne nei prossimi anni ... temi regalati ai verdi e a quella che viene definita sinistra radicale; abbiamo regalato loro temi, simboli, nomi, parole, ci sarà un perchè, non vogliamo ancora scoprirlo?
Straordinaria è tutta la storia e il presente del partito, ma non tutti ne abbiamo ancora preso coscienza.
Beato quel paese che non ha bisogno di eroi! ... non è il caso di questa Italia.
Per questo Radicali Italiani ha bisogno non di piccoli politici che crescono, bensì di eroi nonviolenti che tengano fede agli impegni presi.
I radicali che non ci credono non possono scegliersi ma solo sciogliersi.

E questa è la nostra laica croce.

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domenica, gennaio 21, 2007

 

Il gioco del silenzio

L'ha vinto Pannella sul Capezzolone 4-1.
[stime statistiche del qui sproloquiante - e un abbraccio a tutti i volenterosi, sempre suo]
p.s. La mozione proposta è la migliore che abbia visto da anni.


 

Daniele, avevi detto che stavi zitto!

(mentre scrivo, è in corso la "consueta riunione della Direzione di Radicali italiani" [da Proposta di ordine dei lavori, attribuito a Rita Bernardini] e il qui scrivente si sente in colpa perché per tutto il pomeriggio ha avuto voglia di chiedere a Bordin se sarebbe stato possibile trasmetterla in diretta internettara - non che si sarebbe davvero potuto fare ma 'nzomma - e invece...)
(a lento seguire: Santi & Morti /5, /4 e /2bis)


mercoledì, gennaio 10, 2007

 

Confessioni di un poetastro premiato

Ho ricevuto, anch’io, un premio di poesia. Non un grande premio internazionale, e nemmeno un premio nazionale. Solo un piccolo premio di provincia, uno dei mille o forse più che la provincia italiana assegna ogni anno alla legione dei poeti e poetastri che la infestano. Sarei dunque pazzo, a inorgoglirmene. Ma senza vergogna accarezzo la coppa di plastica e metallo dorato che mi è stata consegnata e che ho sollevato in aria sulla mia testa, davanti al colto e l’inclita che mi applaudivano, come Cannavaro festeggiando i mondiali di calcio. Forse fu un gesto disdicevole per la piccola, minuta gente di quel paesino - un paesino del profondo mezzogiorno, arrampicato come un presepe - venuta ad assistere alla premiazione. Ai loro occhi, in quel momento, io la poesia la tradivo. Mia moglie conserva comunque la coppa tra i relitti di famiglia, e ne ridiamo assieme.

Chi canterà le vostre lusinghe, piccoli premi di poesia della provincia italiana?
Chi non ha mai inviato, pur di nascosto e con vergogna, il plico con le cinque copie anonime ed una con le generalità e l’indirizzo dell’autore che il regolamento prescrive? Io l’ho fatto talvolta, trascinato da un qualche oscuro e non nobile sentimento. Una volta partecipai a un concorso letterario per un libro di prose. Anche questo era un premio provinciale, bandito da un delizioso paesino del Chianti dove sulla facciata di una casa scorsi, con un sobbalzo al cuore, la lapide per ricordare che lì era morto Domenico Giuliotti. Nessuno ricorda più Giuliotti, oggi. Il paese va molto più fiero della storica macelleria sulla piazza principale affollata di turisti, dove si vende la miglior bistecca chianina di tutta la Toscana e il prosciutto fatto con una razza locale, pregiatissima, di maiali, la “cinta senese” dalla carne saporosa di ghiande selvatiche. Fui ammesso alla cinquina dei prescelti e andai alla premiazione finale. Vinse il romanzo pubblicato da una grande casa editrice milanese. Il mio editore era piccolo, artigianale e povero, con lui divisi l’assegno. Siamo rimasti amici, nella solidarietà dei perdenti.

Questa volta, invece, il primo premio l’ho vinto, però ex aequo e quindi l’assegno era tagliato a metà. Sono stato contento lo stesso come se, invece che nella sala grande della locale scuola elementare, mi fosse stato assegnato in Campidoglio. Dietro al tavolo della giuria erano seduti i maggiorenti del paese, dal sindaco a non so quale assessore, oltre naturalmente al direttore didattico della scuola. C’era anche, se ricordo bene, l’assessore alla cultura della provincia, il premio varcava dunque i confini comunali. Apparivano tutti molto contenti, sembra anche delle poesie che hanno dovuto ascoltare, recitate dai numerosi vincitori nelle varie categorie: per rendere più prezioso il premio, infatti, i concorrenti erano suddivisi in èditi e inediti, tra i quali mi collocavo anch’io. C’erano i vincitori ma poi seguivano i segnalati, i commemorati e gli incoraggiati, tutti ricevettero targhe e cartigli laudativi. Mi ero sempre chiesto come campino i tanti negozi che vedo, anche a Roma, specializzati in targhe e coppe di ogni foggia. Non tutti possono diventare fornitori della FIFA e dei suoi Mondiali di calcio, ora penso che queste aziende facciano affari rifornendo di trofei i premi letterari. Le loro coppe, quindi, sono solo dorate, non d’oro zecchino e massiccio. Sono ugualmente ambite. Anche da me, ho finalmente ammesso a me stesso.

Le mie poesie, lì, ho avuto l’impressione non interessassero nessuno. Una, in precedenza, era piaciuta ad un cerbero tra i critici letterari e poetici, uno che ha stroncato una quantità di poetastri, da quelli inclusi nelle più prestigiose raccolte o nelle antologie curate ai massimi livelli fino ai più piccoli che comunque hanno già trovato un editore vero e proprio e non sono più degli autoediti, stampati a proprie spese. Io non appartengo nemmeno alla seconda categoria, chissà dove quel critico aveva letto i miei versi, che però elogiò definendoli “struggenti”: “…tramonti corruschi/d’indaco e rosso, e perfino d’un verde/lontano e trasparente -/che mi indicavi a dito/mentre ci trasferivamo, armi e bagagli,/un’altra volta ancora/ da Roma in Umbria -///…uno di quei nostri viaggi/che mi fanno sobbalzare il cuore/ perché sempre mi dico “sarà l’ultimo”/e tu cerchi di confortarmi, la sera,/nel letto, col tuo culo sodo e caldo/che io accarezzo, e il ventre/pieno di dolci ricordi”. La donna evocata non era un’amante, è solo mia moglie.


sabato, gennaio 06, 2007

 


TORO LOCO
2004 PIERO PELU' abbinato a Tribe magazine n°69

Calci alla vita e anche più giù
ma farò finta che è tutto ok
sembrava finita e invece tu
mi hai detto alzati che ancora ci sei
guarda mi vedi? son sempre qui
io sono il toro, sono il matador
se non c'è sangue non c'è business
perché chi paga vuole l'anima
amati per quello che sei perché se lo fai
tu lotti contro il vuoto
scusa se è poco
e non pensare che ciò che fai
sia esclusivamente un video gioco,
sarebbe poco
Toro loco
hai quel fuoco
hai quel sole e le parole
come fare, cosa dire,
devi solo farti capire
ehi tu, ma stai scherzando
Toro loco
Calci alla vita e anche più giù
ma farò finta che è tutto ok
io ti assicuro che da fare ce n'è
per domare la bestia che c'è in me
finché c'è lotta c'è speranza
perché chi soffre usa...l'anima
amati per quello che sei perché se lo fai
tu lotti contro il vuoto
scusa se è poco
e non pensare che ciò che fai
sia esclusivamente un video gioco ,
sarebbe troppo poco,
toro loco
hai quel fuoco,
hai quel sole e le parole,
come fare, cosa dire,
devi solo farti capire
Toro loco è un grande gioco,
stai scherzando con il fuoco
in quel gioco,
in quel sole,
c'è già scritto
sei speciale


...!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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