giovedì, luglio 15, 2010

 

Cronache di donne - quarto giorno autogestito


Prosegue la serie dedicata al come le donne escano nelle notizie sulla carta stampata. Dipende da quanti lettori avrà, la decisione se continuarla o no; quindi, accorrete numerosi. Baci dalla vostra affezionatissima.


Eugenia Roccella è una donna, certamente; ma si fa una gran fatica a comprenderla, quando si accanisce contro le sue stesse sorelle - non certo perché insiste sulla necessità di trattare l’interruzione volontaria diversamente da una estrazione dentale, ché per quello ha pure ragione; ma dimostra se non malafede, almeno forti contraddizioni, che magari sono dentro di lei, nella argomentazione. Scendiamo nel dettaglio.
Presentando, ieri, le linee guida del ministero della Salute sulla RU486, gia’ inviate alle Regioni, che prevedono tra l’altro il ricovero ordinario per tutta la procedura abortiva, il sottosegretario alla Salute chiarisce che “si tratta di un documento non vincolante, ma e’ difficile sottrarsi a un documento che richiama la legge 194, che prescrive appunto la necessita’ di ricovero ordinario”.
E qui salta agli occhi che lo stesso giusto richiamo la Roccella non si sogna neanche di farlo per tutta quella parte della 194 dedicata alla corretta informazione della donna, e degli uomini, su riproduzione e sessualità; informazione che poi è l’arma nonviolenta dell’antiproibizionismo applicato all’ aborto, insieme alla legalizzazione. Con la conoscenza reale e svuotata da pregiudizi religiosi e morali, unita alla legalità e alla emersione dalla clandestinità del fenomeno, è possibile ottenere quella diminuzione degli aborti che tanto sta a cuore non solo alla Roccella, ma a tutti coloro che per la legalizzazione dell’aborto hanno condotto battaglie dure pagando di persona.
Ricovero coatto, dunque. Spiega Roccella: “E’ vero che ogni donna può firmare e andarsene dall’ospedale, ma questo configura un tornare indietro rispetto alla decisione di abortire, e pone problemi di tipo amministrativo”. Cara sottosegretaria Eugenia, ma non lo sai che ogni cittadino ha il diritto sacrosanto, sancito dalla Costituzione, di firmare e assumersi la responsabilità di se stesso uscendo da una qualsivoglia struttura ospedaliera? “Credo - sottolinea Roccella - che se si sceglie di uscire è perché non c’é un’organizzazione sanitaria che preme in senso opposto.” Mio dio, è il caso di dire, ma perché mai la organizzazione sanitaria dovrebbe premere in un senso o nell’altro? Mica è la Guardiana della Rivoluzione, l’organizzazione stessa; a questa si chiede solo di informare, informare, informare, correttamente, su rischi, costi, benefici.
E stiano attenti, quei “medici che hanno dimesso le pazienti il primo giorno, dando loro appuntamento dopo tre giorni per la seconda pillola. Questo pone problemi di irregolarità amministrativa, e le Regioni devono sapere che esiste anche questo problema”. Poi, un giorno, parleremo delle irregolarità legislative legate alla figura dell’ obiettore di coscienza, all’ obbligo di garantire il servizio pubblico, agli obiettori della pillola del giorno dopo, ecc. e allora, cara Roccella, come te la caverai?
Per le donne straniere “si deve accertare l'avvenuta comprensione linguistica della procedura”. E qui si entra in un argomento drammatico, e ci si astiene dal commentare.
Altre donne nelle news? Come non citare la mitica Belen Rodriguez, che dopo aver scaraventato nel muro la play station di Fabrizio Corona, cosa per la quale le siamo tutte grate, si è fatta fotografare in barca con l’ex? Sembra “che la fine della relazione più glamour degli ultimi anni possa avere ripercussioni professionali visto che già si vocifera la fine del contratto che lega Belen a Tim con cui ha di recente realizzato un Calendario 2011. Inoltre a questo punto sembrano spegnersi le voci di una sua conduzione a Sanremo 2011”.
Alla notizia sono dedicati 154 link, contro i 52 dedicati alla RU486. Dio perdona, Corona no.

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