venerdì, aprile 21, 2006
Diaframma? Purché funzioni.
Ci presentiamo alle amministrative, e col simbolo della Rosa, ma gli eletti formeranno gruppi consiliari che non si chiameranno della Rosa. Ho ascoltato solo pochi quarti d'ora, e sparsi qua e là, della Direzione che si è conclusa ieri e, per quanto abbia letto con soddisfazione la mozione che ne è il risultato finale, so che in queste occasioni per chiapparci qualcosa è determinante ascoltare molto e orecchiare di più. Su queste amministrative, ad esempio, non credo di aver capito fino in fondo cosa significa il punto 5, ma comunque lo leggo e lo sottolineo:
"La Direzione sostiene la proposta della Segreteria di deliberare la presentazione di liste della Rosa nel Pugno alle prossime elezioni amministrative del 28 maggio (con il sostegno a Rita Borsellino e all'esperienza dell'Aquilone in Sicilia), con identico simbolo presentato alle elezioni politiche. Contestualmente, in vista di questo appuntamento, dà mandato alla Segreteria di definire regole che affermino la reciproca autonomia tra eletti nelle istituzioni comunali, provinciali e ragionali da una parte, e responsabilità locali del partito dall'altra. In particolare, è sin d'ora stabilito che i gruppi consiliari non conterranno la denominazione "Rosa nel Pugno", ma acquisiranno altra denominazione autonomamente stabilita. E' infatti necessario e urgente non solo per la Rosa nel Pugno, ma per l'intera politica italiana, riaprire il dibattito sulla "forma partito", e compiere un passo che ci distingua da un crescente processo di "assorbimento" istituzionale dei soggetti politici, e di progressiva negazione del loro specifico apporto di elaborazione e lotta politico-sociale. La Direzione accoglie l’impegno di ciascuno dei soggetti costituenti della Rosa nel Pugno e della Segreteria in quanto tale ad escludere ogni forma di sostegno a qualsiasi lista elettorale presentata sotto altro simbolo."
Allora, capiamoci. Non credo si intenda dire che ci si presenta solo in Sicilia. Ma soprattutto è questa storia (ripetuta un paio di volte da Daniele, con metafore diverse) della "intercapedine", del "diaframma" da porre fra eletti locali e rappresentanti del partito. E' il nostro modo di pararci il culo (e di rassicurare il povero, povero Braccini)? Al prezzo di una perdita di visibilità post-elettorale del marchio, si evita che qualcuno rubi (o che qualcuno si faccia “assorbire istituzionalmente”, insomma si faccia cooptare dalle oligarchie nelle loro pervasive ramificazioni locali) in nome nostro? Basta?
Io di 'sti aggeggi, dal vero, non ne ho mai visto uno, ma ne ho sentito dire un gran male (guardate com'è castrante il suo omonimo fotografico). Il rischio, se mi si passa l’amplificazione della metafora, è che ‘sto diaframma funzioni come anticoncezionale, ma lasci passare le infezioni. Ma per ora, che devo dire, badiamo pure a trombare e a non essere trombati.
"La Direzione sostiene la proposta della Segreteria di deliberare la presentazione di liste della Rosa nel Pugno alle prossime elezioni amministrative del 28 maggio (con il sostegno a Rita Borsellino e all'esperienza dell'Aquilone in Sicilia), con identico simbolo presentato alle elezioni politiche. Contestualmente, in vista di questo appuntamento, dà mandato alla Segreteria di definire regole che affermino la reciproca autonomia tra eletti nelle istituzioni comunali, provinciali e ragionali da una parte, e responsabilità locali del partito dall'altra. In particolare, è sin d'ora stabilito che i gruppi consiliari non conterranno la denominazione "Rosa nel Pugno", ma acquisiranno altra denominazione autonomamente stabilita. E' infatti necessario e urgente non solo per la Rosa nel Pugno, ma per l'intera politica italiana, riaprire il dibattito sulla "forma partito", e compiere un passo che ci distingua da un crescente processo di "assorbimento" istituzionale dei soggetti politici, e di progressiva negazione del loro specifico apporto di elaborazione e lotta politico-sociale. La Direzione accoglie l’impegno di ciascuno dei soggetti costituenti della Rosa nel Pugno e della Segreteria in quanto tale ad escludere ogni forma di sostegno a qualsiasi lista elettorale presentata sotto altro simbolo."
Allora, capiamoci. Non credo si intenda dire che ci si presenta solo in Sicilia. Ma soprattutto è questa storia (ripetuta un paio di volte da Daniele, con metafore diverse) della "intercapedine", del "diaframma" da porre fra eletti locali e rappresentanti del partito. E' il nostro modo di pararci il culo (e di rassicurare il povero, povero Braccini)? Al prezzo di una perdita di visibilità post-elettorale del marchio, si evita che qualcuno rubi (o che qualcuno si faccia “assorbire istituzionalmente”, insomma si faccia cooptare dalle oligarchie nelle loro pervasive ramificazioni locali) in nome nostro? Basta?
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Commenti:
Ohibischeri. Ma che vi pensavate che la Rosa nel Pugno potesse essere marchio di fabbrica e fregio ornamentale di ogni piccola puttanata d'invenzione locale, localista, ecc.? La Rosa nel Pugno o è soggetto e protagonista di iniziative alternative, o crepa. Oggi abbiamo una (risicata) alternanza, ma non se ne esce se non lavorando per una forte alternativa. La Rosa nel Pugno, checché ne dicano i detrattori, è un progetto ancora da costruire, e da consolidare nel panorama politico italiano con caratteristiche sue, assai forti. Non è la casa dei Benedetto-sottosegretario e compagnia bella. Forse nemmeno tutti i presenti alla Direzione lo hanno compreso davvero. Per questo, anche, c'è il caposaldo della Coscioni e, magari, il PRT, come pungoli liberi da costrizioni, ecc.
E occorre tener presente, anche, che a mio modesto avviso, l'attuale bipolarismo è destinato a sfasciarsi presto, anch per l'intrinseca debolezza dell'Unione, oltreché per glki attacchi virulenti dell'indomito cav. Dunque, e pè bene che la RnP mantenga una sua precisa identità e una sua capacità di manovra non inceppata da piccole considerazioni particolari.
Ego
E occorre tener presente, anche, che a mio modesto avviso, l'attuale bipolarismo è destinato a sfasciarsi presto, anch per l'intrinseca debolezza dell'Unione, oltreché per glki attacchi virulenti dell'indomito cav. Dunque, e pè bene che la RnP mantenga una sua precisa identità e una sua capacità di manovra non inceppata da piccole considerazioni particolari.
Ego
Sì, ma il diaframma è il metodo giusto? Basta? Boh. Intanto in Toscana la Rosa la si troverà alla provincia di Lucca (Bulckaen, bravo ragazzo) e nei comuni di Arezzo e di Cascina (Pi). Si vedrà.
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