sabato, luglio 01, 2006
Quando i contribuenti fanno oh ...
Gli scenari che apre Dina sono affascinanti e coprono un'altra parte del problema, ovvero gli sporcellamenti in luogo istituzionale allestito con i soldi dei contribuenti. Chiudendo gli occhi, mentre il caldo impazza, lo posso visualizzare il divano in vera, dico vera, pelle nera, che sprizza lusso da funzionario bulgaro o assessore al turismo di provincia, sul quale la giacca carta da zucchero e la cravatta di Marinella, dico di Marinella, di politico di seconda fascia si struscia e si stropiccia contro la minigonna Cavalli o D&G di fanciulla proveniente da qualche regione a Sud di Roma, mentre ondeggiano le fronde dell'immancabile ficus benjamin e la nera scrivania da notaio d'assalto. Riesco a vedere persino le gambe dei due che si appiccicano alla pelle del divano causa sudore e, dietro la porta chiusa, i sottoposti del capo che si danno di gomito e tantano di invitare qualche segretaria a cena in mancanza di meglio, nell'attesa di avere anche loro in ufficio un ficus e un'aspirante qualcosa con il posteriore sodo e una pur vaga tendenza alla compiacenza. Certo, non stiamo parlando della stanza ovale, ma il politico magari per un attimo si illude, e se non ha ancora la valigetta atomica, almeno può godere per un po' di leggiadra carne lampadata.
It's wonderfull, my baby, it's wonderfull.
Ora riapro gli occhi, con calma, perchè nella mia realtà non è contemplato il ficus, la pianta del potere, e considero che sì, il caro Malgioglio importava anche i cubani, oltre che le cubane, ma che gli uomini hanno qualche possibilità in più di sopravvivenza quando le loro compagne sono depresse o quando loro le vogliono lasciare. Il che potrà essere una misera consolazione, ma pur sempre qualcosa è.
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