martedì, luglio 03, 2007

 

I miei conti col Capez

Non ci sono. E quindi potrei fare a meno di farli. Epperò facciamoli.

Il Capez è uno che parla chiaro. Pannella è schietto, ma non si può dire che sia chiaro. Dante è schietto, ma chiaro (inteso magari come contrario di vago) no, e ciò non è male. Il Capez è chiaro. La Bonino è chiara. Se sono diventato radicale lo devo alla Bonino. Se sono rimasto con entusiasmo lo devo a Daniele. Quindi ho dei conti col Capez. Ma sono debiti, non crediti. Ed ecco perché è con imbarazzo che li squaderno.

La mamma di due mie amiche d’infanzia, nate a un paio d’anni di distanza e perciò, come statistica vuole, molto litigiose- la mamma di queste due mie amiche quando loro, da piccine, si malmenavano, non si metteva a chiedere chi avesse cominciato, non indagava chi avesse ragione e chi torto: si buttava nella mischia e le zombava tutte e due di dannata ragione. Ecco, il mio istinto (non so se sia un “riflesso”), ogni volta che entro in Casa Pannella, è questo: prendere i capoccioni di Pannella e del Capez e sbatterglieli l’uno contro l’altro.

Daniele, il partito è una risorsa, non un’insidia. Daniele, il partito (l’area, la galassia – quello che ti pare) è una risorsa, non un’insidia!

Una cosa brutta. Ho il sospetto che se il Capez non lancia la sfida per la segreteria di RI non sia per disinteresse (né per paura, ché potrebbe anche buscarle, ma anche no, e sono certo che la sfida lo appassionerebbe), ma che sia perché questa associazione ha i debiti che ha, e li ha con chi li ha – cioè col resto dell’area a cui, come nuovo segretario, sarebbe economicamente vincolato.

Una cosa bella. Daniele continua a versare 6000 euro al mese all’area. C’è un contratto che lo vincola in tal senso e che se lui non lo facesse gli farebbe pagare una penale? Ditemelo. Perché sennò il fatto che lui continui a versare quei soldi (che son soldi), mi sembra sbagliato non valorizzarlo, mi sembra giusto che sia un motivo per continuare (con appropriato pannellismo) a far fiducia nella sua capacità di incidere positivamente nella storia d’Italia.

Chi ha cominciato? Forse il Capez: non si dimise, e lo fece con una certa spocchia, pretendendo per le proprie analisi non solo attenzione ma assenso. Forse Pannella: la sceneggiata del defenestramento non mancava di perché ma abbondava ancor più di mapperché?. Chi ha continuato? Pannella non è stato certo simpatico, Daniele a dir poco permaloso. Daniele (accozzo ricordi confusi, ma con un minimo di ordine cronologico) tirò fuori quella storia della reductio ad unum che non ho ancora capito ma che mi parve malmostosa. Daniele non coinvolse Rita (la sua segretaria) nel digiuno di gennaio per gli otto senatori, digiuno concluso alla bell’e meglio (come altri di altri? peggio di altri di altri). Daniele non ha votato la fiducia a Prodi senza perlomeno discuterne con il gruppo parlamentare. Eppoi m’arriva il Pannella furioso, che gli dà di cripto-gesuita (ora? ora gliene dai? ah ora è più gesuita che radicale? è più figlio di mamma che di babbo o viceversa? mapperfavore!), il Pannella furioso che gli ritira ogni credito anche sulle presenze parlamentari (ma l’analisi di quelle assenze è abbastanza a cazzo di cane, “tutte” e 44 le missioni sono truffaldine? tutte tutte, d’altronde è più figlio di mamma che di babbo). E ridagli il Capez che mi dice che bisogna uscire dal sistema dei partiti, radicali compresi; ultima pugnalata. Ma quello che mi dà più fastidio mi dà fastidio in tutti, e in chiunque voglia rapportarsi per qualsiasi cosa anche al giudizio altrui - come un politico non può non fare (ma anche boh), in chiunque non odi il mondo. “Tutto è vano. Impegnati strenuamente” (traduzione capezzoniana di un motto di Buddha che meno all’occidentale fa: “Tutto è transitorio. Continuate ad esercitarvi strenuamente”) è molto più bello del pannelliano “Fai quel che devi. Accada quel che può”. Ma quel tacere il contraddetto, quell’improvvisa mancanza di credito nell’interlocutore, quella calcolata regressione ai moduli del litigio familiare… E in tutto ciò i simpatizzanti (che giustamente seguono il giusto, perché la giornata ha ventiquattro ore, la macchina la benzina che ha, e di posti più belli dove passeggiare ce n’è dappertutto) che simpatizzano per il Capez badando solo a un lato dello psicologismo (Silvio S., per dirne uno, ma ne incontro a bizzeffe), e da un'altra parte chi del Capez punta tutto sulla malafede (4duke in primis) e dà di abbindolati (o, alla fiorentina, di “battezzati”) a chi anche solo lo ascolta…

E potrei continuare, ma in ogni caso non saprei proprio come concludere.
Ciao Daniele. Salutami il tuo nuovo editore.

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Commenti:

non ci sono conti da fare? nel frattempo "alcuni" membri del comitato hanno presentato lettera formale di revisione votazione per pretesa illegittimità del voto nominale. hai un piccolo capezzone interiore che ti si agita in corpo e che, sommato a tutte le altre fazioni ti ruggono dentro, ti permette di parlare e non agire. e meno male! il diavolo è molto più brutto di come lo si dipinge.
 
prova ([a]http://disobbedisco.blogspot.com[/a]) e riprova (http://disobbedisco.blogspot.com)
 
Strano, eppure da quando capezzone ha iniziato a fare tavolate dei volenterosi con bondi e alemanno (cioè...voglio dire....ALEMANNO!!!), a criticare su ogni minima cosa il Governo, ad elogiare persino Montezemolo (!!), a fare le medesime considerazioni, a mio avviso, dei "berluscones", ho iniziato realmente e sinceramente, benchè la mia opinione non conti nulla, ad aprezzare la Bonino e Pannella e a chiedermi come mai una persona lucida e di tanta esperienza politica come Marco, non si era reso conto di chi fosse in realtà il sig. Daniele. Dopo averlo visto sulla chat del corriere, nella quale ovviamente le mie critiche non sono state pubblicate( in particolare riguardo ai costi della politica e alle pensioni dei parlamentari)la pessima considerazione che ho di capezzone, ha avuto una ulteriore conferma.
Basterebbe pochissimo, ossia qualche critica in più agli USA di questi ultimi anni, qualche variante alle posizioni in economia troppo liberista e quasi nulla socialista, per convincermi, la prossima volta, ad appoggiare i radicali, quelli che si battono strenuamente per i diritti civili e quelli che, attraverso i racconti di mia madre, sono stati negli anni '70-'80...non certo i riformatori liberali alla taradash, per intenderci...
 
Chi è il Capez? Forse solo un permaloso che però agisce per il bene. O uno che ha barattato la volontà di potenza per la voglia di carriera. O una fava. O un cattivone. O uno che attualmente ha come editore il Montez
 
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