lunedì, febbraio 20, 2006

 

Una kriptonite sopra


Ero convinto in buona coscienza che Luca Coscioni fosse immortale. Invece, forse, era come quel vecchino di un film di don Camillo che decideva di non poter morire finché non fossero successe un tot di cose, ad esempio finché non fosse passata l’alluvione. Il recentissimo Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica non ha messo fine al diluvio, che dopo di lui – lacrime. Il protagonista eponimo del Murphy di Beckett risparmia per potersi comprare un polmone d’acciaio “per quando non avrà più voglia di respirare”; il nostro maratoneta si è speso fino all’ultimo respiro.
Nessuno come questo straordinario personaggio di un partito in cui i muti parlano per chi non ha voce e i ciechi guidano la vespa intorno al parlamento - ha saputo tanto massimizzare la propria diminuzione, trarre il maggior proficit dal difetto in cui la natura ci ha fitto, fruttare se stesso, farsi strumento proprio perché si è fine.
Oggi Pannella belava alla radio e ha finito per farmi belare anche a me. Che vergogna.


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