martedì, maggio 23, 2006

 

Piccole soddisfazioni professionali

Era fine agosto o forse inizio settembre 2004. C'erano le firme per il referendum da finire di raccogliere, la sottoscritta era proprietaria della referendum-mobile e passava le sue pause pranzo tra l'ufficio elettorale e il tribunale per controllare e certificare firme. C'era una situazione personale particolare, in ufficio mi si prendeva per i fondelli più di sempre (per lo sgabuzzino pieno di volantini e non solo).
Entra in sala riunioni un cliente, di quei clienti con cui si finisce per parlare non solo di lavoro. E si parla di referendum. E complici i volantini, il calendario dei tavoli, i ricordi di voti radicali passati (quasi tutti, in vita loro, per sbaglio o per distrazione, una croce da quelle parti l'hanno messa), nell'arco di pochi giorni il cliente riesce a far firmare (dice, ma ci credo) una decina abbondante di persone.
Ora, questo cliente non ha gradito l'alternanza per l'alternativa e tutte le volte che ci si sente, specialmente quando qualcosa non va (i problemi hanno un tempismo perfetto), attacca coi suoi a volte leciti e condivisibili, spesso no, Contra Rosam. Io mi incazzo, e tiro a tagliar corto. Lui se ne accorge e continua ad infierire (anche in questo caso i clienti hanno sempre ragione?). La nostra ultima telefonata si è conclusa con dibattito sul ministero della Bonino, quando ancora quello che si sapeva era questo.
Adesso che sul ministero si sa questo, invento una puttanata qualunque per chiamarlo e mi prendo un briciolino di rivincita.

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