venerdì, luglio 27, 2007

 

sta a vedere che la rivoluzione si fa a digiuno

e che ci si può ritrovare deviante tra i devianti dei deviati.
ma tu, caro firmatario della lettera aperta, lo sai che essendo comitante sei parte della dirigenza radicale? allora sei parte del problema. se problema c'è. lo sai perchè sei parte della dirigenza? perchè la rivoluzione, anche quella, è un pranzo di gala per pochi eletti. e salvare il mondo è roba da ricchi. starnazzanti e biliosi ricchi che non vogliono ammettere di esserlo e sputano veleno contro chiunque glielo ricordi. che si sono dimenticati alla grande della cecenia con annessi e connessi. che vanno a roma a giocare al piccolo politico mentre il popolo soffre. sigh sigh sniff sniff ( è dolore, non coca ).

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giovedì, luglio 19, 2007

 

La Rivoluzione non è un digiuno di gala

Ogni tanto lavoro anch’io. Siccome è stagione e c’è la raccolta dei pomodori intellettuali, lavoro in campagna. In campagna non sempre c’è una connessione internet decente. Soprattutto nei campi. Sicché ho seguito in ritardo e male l’evolversi del romanzo epistolàradicale di quest’estate.
Note sparse.
Ho firmato, nonostante sia mediamente tardo e restio a firmare cose del genere, più che per condivisione dei singoli passaggi della lettera (vedi nel post sotto le mie correzioni) perché ho sentito, sento e risento la necessità e l’urgenza di dare un segnale: così non va punto bene, ‘sti toni di merda usateli con qualcun altro. Ho firmato anche perché, alla mia prima assenza in Comitato, manca poco mi vincolavano a dire “Capezzone Buco” (il che, come noto, è solo una mezza verità, oltre che un mezzuccio). Ho firmato per tutto un complesso di motivi (che non mancherà occasione per stare a ridire), sfidando nel mio infimo (attualmente nel mio dugentocinquantesimo) il rischio che tutto ciò venisse inteso (male.) come uno schieramento nei giochi di potere interni. Che finché son giochi sono anche carini ma quando son potere qualcuno ci ha insegnato che è persino il caso di rinnegare la fantasia eccetera. Figuriamoci interni.
Bene. Rischio sfidato. Ad oggi Rischio batte Braccini 12 a 0 circa (ma nella gragnuolata di reti subite devo aver perso il conto). A questo funebre proposito, alcuni telegrammi.




SilvioS., la questione ha tracimato la politica, ma è anche seriamente politica, e Capezzone è un buco di culo (la verità è più complessa, ma la base è questa.).
Craudia, alcuni dei firmatari della lettera hanno aderito a Decidere (o viceversa) e in effetti non c'è da stupirsi. Si sa che qualsiasi iniziativa vada in senso contrario al Pannella-pensiero del momento (ed "eterno") raccatta anche un sacco di lanciamerda. Ma va anche detto (e 'sto telegramma è così lungo che non è certo gratis) che io stesso a questa scissione, per quanto tristemente esterna, ho guardato con interesse perlomeno fino alla pubblicizzazione dei 13 punti. I quali sono tutti (o quasi) tranquillamente radicali, ma allora davvero Decidere aveva da essere il pendant economico della Coscioni, e allora invece ciao anche da parte mia.
Angiolo, perché obtorcere il collo per ammettere quanto banalmente sopra? Perché slogarselo a negarlo? In perfetto accordo, d'altronde, che le priorità siano altre (toh: la moratoria. Conquistare il mondo. E pacs e eutanasia: non perdere una generazione rispetto al resto d'Europa nei diritti civili, replicare i '70. Questo per me). Ma soprattutto: i firmatari della Lettera sono tutti avversari politici, e perlappunto poi quelli contro cui battersi? Stiamo parlando dei capezzoniani? Non di una reazione critica, interna e composita (perfino un po' scomposta) all'ennesimo episodio della famosa "durezza" di Pannella (e alla scomposta durezza di certi pannelliani)?
Io, più che alla malafede (come Perduca, Bandinelli, e ormai Pannella stesso, Mecacci ecc.), ho sempre creduto alla paraculaggine di Daniele, e finché questa qualità (neutramente intesa) va in direzione dei miei interessi ideali (perché di materiali 'un c'ènno) tanto meglio. Oggi che lui va per i cazzi suoi (ma 'ndo vai Daniele, mi chiedo, ma 'ndo vai) mi chiedo anche a che punto siamo della Partita Radicale schizzata da Sofri. Perché c'è chi non gliene batte nulla, e certo l'uovo d'oggi è molto più saporito della gallina di domani, ma anche chi sì, di quello che accadrà domani. E nella prospettiva di dover rinunciare, in quel domani lontano, a una potenzialità come quella rappresentata da Daniele- la speranza (e questo mio atteggiamento è il po' di spes che so essere e offrire) è che oggi (toh: entro il Congresso) il vituperato Capezzone, forte di un qualche successo o di una qualche tronata, "torni", renda interna a posteriori la sua scissione, coscionizzi economicamente Decidere, mandi in culo il nuovo editore che in modo inutilmente nocivo (tu fossi un giornalista, capirei, ma sei un politico Daniele, a che pro avere un editore?) si è voluto scegliere, si ricordi che l'Area Radicale è una risorsa e non un'insidia.
A Vecellio vorrei dire che è stato l'attacco della sua prima risposta a prestare il destro ai malintesi, non i malintesi a menarla inutilmente.
A Rita avrei altro da dire, ma solo di buono, quindi non è urgente.
Infine a Pannella che, leggo di sgamo su un forum (e chissà cos'ha detto di preciso), nella Conversazione di domenica scorsa, avrebbe dato di "nullafacenti rispetto alla politica radicale" ai firmatari. Nullafacente? Oui, c'est moi. Ma il Bacchi no, ditegnene secche su tante cose, ma dargli di nullafacente è una semplice cazzata, oltre che un insulto gratuito.
Ma forse sta tutto nel fatto che, come ha scritto Bordin, "la politica non è un pranzo di gala". E io, che pure non ho dimestichezza con le posate per il pesce e simili ammennicoli, quando vedo la gente (amici o giù di lì soprattutto) che si getta il baccalà addosso, o che proprio si sbrana - mi ritraggo. Inorridito? Spaurito? O per godermi meglio la scena.
E baci a tutti.




p.s. Nelle foto alcuni pomodori intellettuali freschi freschi, qualità LaNazione1957-58 e Corsera1959-63, colti negli ultimi giorni.

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lunedì, luglio 09, 2007

 

Ahi che svergogna quella mozione/2

'Sta cosa (vedi cliccando il continua) la ha già postata il 4duke (ovviamente antipatizzando). Io gli avrei fatto delle correzioni, ma non enormi, perciò la firmo. Con i simpatici distinguo che seguono.


LETTERA APERTA A MARCO PANNELLA E A TUTTI I DIRIGENTI NAZIONALI RADICALI

Noi, dirigenti, iscritti, militanti, simpatizzanti radicali rivolgiamo questa lettera aperta a Marco Pannella e a tutti i dirigenti nazionali radicali.
Quella che vede contrapposta molta parte della dirigenza radicale a Daniele Capezzone è ormai [anche] questione che tracima dal piano politico, come dimostra quanto avvenuto in chiusura dei lavori dell’ultimo Comitato nazionale di Radicali Italiani.
Si possono criticare le scelte politiche ed anche i comportamenti da parlamentare di Daniele Capezzone, come di qualunque altro compagno, ma quella che stiamo vivendo si dimostra sempre più come una lotta interna[ottimo] di crescente violenza[sicuri di voler utilizzare questa parola?? un più anodino intensità?], colma di colpi bassi e senza regole [beh insomma; direi piuttosto: in cui le stesse regole del nostro stare insieme sono a rischio], che ci sta portando ad esaurire in questa follia collettiva le nostre già poche energie.
Noi, firmatari di questa lettera, non ci riconosciamo nella mozione particolare dell’ultimo Comitato nazionale, per il contenuto ad personam delle sue premesse e per la modalità [quali?] con la quale è stata condotta la votazione in quella fase finale dei lavori; così come, per gli stessi motivi, non ci riconosciamo in una parte[ottimo] del contenuto delle pagine a pagamento acquistate su Il Foglio e Il Riformista. Tutta questa vicenda è stata una brutta pagina, estranea alla storia e alla teoria politica radicale.
Noi, firmatari di questa lettera, auspichiamo che cessi questo attacco scomposto e controproducente nei confronti di Daniele Capezzone (come per il “prossimo Daniele Capezzone” che verrà) e si passi ad una fase dove tutte le diversità interne possano essere valorizzate o, almeno, considerate semplicemente come tali e non come un attacco alla vita del partito. Siamo o non siamo quelli della doppia tessera, quindi anche della possibilità di percorrere parallelamente storie politiche diverse? Siamo o non siamo il partito delle Associazioni che possono nascere senza bisogno di chiedere al centro se sono accettabili o utili i temi politici e le linee programmatiche che intendono perseguire? [qua però, almeno per me, è INDISPENSABILE specificare che non si condivide neanche il fatto che Daniele si è fatto i cavoli suoi senza chiamare i radicali, perché va bene che siamo quelli delle associazioni libere ecc. ma se uno vuol fare le cose con noi ci deve anche chiamare per dire che sta facendo delle cose, mentre pare che i radicali non siano nemmeno più nell’indirizzario di Daniele! ed ecco un esempio di come la formulerei: ‘E su questa base che si può criticare l’operato di D.C. e la sua apparente scelta di escludere i radicali persino dal suo “indirizzario”.]
Noi, firmatari di questa lettera, sentiamo l’esigenza di una riflessione approfondita su come ri-organizzarci, su quali nuove regole siano necessarie per garantire un futuro e una crescita - anche territoriale - all’intera area che i radicali oggi rappresentano.
Noi, firmatari di questa lettera vediamo il rischio della fine di una storia, che è anche la nostra storia personale, che abbiamo amato e amiamo e che soprattutto riteniamo ancora necessaria al paese, e che oggi vediamo messa in discussione dal comportamento di buona parte della dirigenza radicale.
Caro Marco, ricordi?[levare] “Fai quello che devi, accada quello che può”. Questa lettera che ti rivolgiamo è quello che riteniamo di dover fare. Ciò che potrà accadere dipenderà soprattutto da te ma anche dal [sostituire con anche da te come dal] comportamento di tutti coloro che hanno a cuore le sorti e la storia dei Radicali.
Con affetto.

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venerdì, luglio 06, 2007

 
Ahi che svergogna quella mozione
Ahi che emozione quella vergogna
Che gogna che agogna che mozzi che one

Ho visto cose che voi assenti
Neanche sapete immaginare
Quaquaqua parlavano contro
E votavano pro e che tenevano famiglia?

Si sputa forse nel piatto dove non si mangia?
E poi che cagnara le regole lo statuto
Indemoniati che si agitano sui vincoli
Sul voto cognominale sull’emendamento
Ma neanche si sono letti ciò di cui parlano
Per non parlare di quante violazioni subiscono
Consenziendo tutti i giorni

Ahi vi avessi visti così integerrimi
Su tutte le violazioni i mobbing le ingiustizie

C’è chi vota per due in parlamento
Poi vota contro un povero piccolo emendamento
C’è chi non sa la differenza tra RI e PRT
E vota contro tutto solo per il gusto di farlo
I campioni del rispetto per se stessi
C’è chi vota ma non c’era
E se non c’era come può votare
Chi si sveglia oggi da un lungo sonno
E scopre che non c’è democrazia
E fatelo voi allora un partito radicale copia-incolla
Democratico e moderno
Se avete tutto questo tempo

Se tutte le energie che sono state emesse
Per svergognare la mozione
Fossero state per, un esempio a caso,
l’antiproibizionismo sulle droghe
a quest’ora saremmo sdraioni ad un petit dejuner
con ottima ed abbondante erba autoprodotta
bilogica o ogm, come ognuno vuole

tanto rumore per nulla
tanto nulla per un rumore

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martedì, luglio 03, 2007

 

I miei conti col Capez

Non ci sono. E quindi potrei fare a meno di farli. Epperò facciamoli.

Il Capez è uno che parla chiaro. Pannella è schietto, ma non si può dire che sia chiaro. Dante è schietto, ma chiaro (inteso magari come contrario di vago) no, e ciò non è male. Il Capez è chiaro. La Bonino è chiara. Se sono diventato radicale lo devo alla Bonino. Se sono rimasto con entusiasmo lo devo a Daniele. Quindi ho dei conti col Capez. Ma sono debiti, non crediti. Ed ecco perché è con imbarazzo che li squaderno.

La mamma di due mie amiche d’infanzia, nate a un paio d’anni di distanza e perciò, come statistica vuole, molto litigiose- la mamma di queste due mie amiche quando loro, da piccine, si malmenavano, non si metteva a chiedere chi avesse cominciato, non indagava chi avesse ragione e chi torto: si buttava nella mischia e le zombava tutte e due di dannata ragione. Ecco, il mio istinto (non so se sia un “riflesso”), ogni volta che entro in Casa Pannella, è questo: prendere i capoccioni di Pannella e del Capez e sbatterglieli l’uno contro l’altro.

Daniele, il partito è una risorsa, non un’insidia. Daniele, il partito (l’area, la galassia – quello che ti pare) è una risorsa, non un’insidia!

Una cosa brutta. Ho il sospetto che se il Capez non lancia la sfida per la segreteria di RI non sia per disinteresse (né per paura, ché potrebbe anche buscarle, ma anche no, e sono certo che la sfida lo appassionerebbe), ma che sia perché questa associazione ha i debiti che ha, e li ha con chi li ha – cioè col resto dell’area a cui, come nuovo segretario, sarebbe economicamente vincolato.

Una cosa bella. Daniele continua a versare 6000 euro al mese all’area. C’è un contratto che lo vincola in tal senso e che se lui non lo facesse gli farebbe pagare una penale? Ditemelo. Perché sennò il fatto che lui continui a versare quei soldi (che son soldi), mi sembra sbagliato non valorizzarlo, mi sembra giusto che sia un motivo per continuare (con appropriato pannellismo) a far fiducia nella sua capacità di incidere positivamente nella storia d’Italia.

Chi ha cominciato? Forse il Capez: non si dimise, e lo fece con una certa spocchia, pretendendo per le proprie analisi non solo attenzione ma assenso. Forse Pannella: la sceneggiata del defenestramento non mancava di perché ma abbondava ancor più di mapperché?. Chi ha continuato? Pannella non è stato certo simpatico, Daniele a dir poco permaloso. Daniele (accozzo ricordi confusi, ma con un minimo di ordine cronologico) tirò fuori quella storia della reductio ad unum che non ho ancora capito ma che mi parve malmostosa. Daniele non coinvolse Rita (la sua segretaria) nel digiuno di gennaio per gli otto senatori, digiuno concluso alla bell’e meglio (come altri di altri? peggio di altri di altri). Daniele non ha votato la fiducia a Prodi senza perlomeno discuterne con il gruppo parlamentare. Eppoi m’arriva il Pannella furioso, che gli dà di cripto-gesuita (ora? ora gliene dai? ah ora è più gesuita che radicale? è più figlio di mamma che di babbo o viceversa? mapperfavore!), il Pannella furioso che gli ritira ogni credito anche sulle presenze parlamentari (ma l’analisi di quelle assenze è abbastanza a cazzo di cane, “tutte” e 44 le missioni sono truffaldine? tutte tutte, d’altronde è più figlio di mamma che di babbo). E ridagli il Capez che mi dice che bisogna uscire dal sistema dei partiti, radicali compresi; ultima pugnalata. Ma quello che mi dà più fastidio mi dà fastidio in tutti, e in chiunque voglia rapportarsi per qualsiasi cosa anche al giudizio altrui - come un politico non può non fare (ma anche boh), in chiunque non odi il mondo. “Tutto è vano. Impegnati strenuamente” (traduzione capezzoniana di un motto di Buddha che meno all’occidentale fa: “Tutto è transitorio. Continuate ad esercitarvi strenuamente”) è molto più bello del pannelliano “Fai quel che devi. Accada quel che può”. Ma quel tacere il contraddetto, quell’improvvisa mancanza di credito nell’interlocutore, quella calcolata regressione ai moduli del litigio familiare… E in tutto ciò i simpatizzanti (che giustamente seguono il giusto, perché la giornata ha ventiquattro ore, la macchina la benzina che ha, e di posti più belli dove passeggiare ce n’è dappertutto) che simpatizzano per il Capez badando solo a un lato dello psicologismo (Silvio S., per dirne uno, ma ne incontro a bizzeffe), e da un'altra parte chi del Capez punta tutto sulla malafede (4duke in primis) e dà di abbindolati (o, alla fiorentina, di “battezzati”) a chi anche solo lo ascolta…

E potrei continuare, ma in ogni caso non saprei proprio come concludere.
Ciao Daniele. Salutami il tuo nuovo editore.

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lunedì, luglio 02, 2007

 

Contro la Fannullonaggine dei Re



In un saggetto contenuto nei suo Essais dal titolo Contre la fayneantise (vo a memoria, potrei sbagliare qualche esse o qualche ipsilon), Montaigne, quasi a meglio difendere la fannullonaggine propria, si scaglia contro la fannullonaggine dei re – o comunque di chiunque detenga una qualche porzioncina di sovranità.
Avrei da dire un brutto po’ di cose su questo Comitato a cui sono risultato assente e su tutto l’ambaradan radical-capezzoniano. Ma, da fannullone semi-privato quale sono (semi- perché facente parte del suddetto Comitato, privato perché privato di qualsiasi sovranità vada oltre il voto alle elezioni o a 'sto Comitato medesimo), una cosa urgo dimandare.
Ma la mozione anti-fannulloni (e cioè anti-Daniele – chi è nemesi del suo ben-) è vincolante per gli organi dirigenti di RI? Stante che io, a esserci (mi piace votare, mi fa sentire un re, e non aver votato proprio ieri mi è nemesi del mio ben)- RIstante che io, a esserci, così com’è NON la avrei votata (un ‘bravo’ a Mellano che ha chiesto il voto per parti separate)- beh, tRIstante questo, vorrei capire se è vincolante, e se io sono considerabile formalmente organo dirigente.
Dallo Statuto di RI:

Art. 4 - Il Comitato Nazionale.
1. Il Comitato Nazionale dibatte e delibera su iniziative del Movimento e sulle decisioni e sulle proposte degli organi dirigenti; tali deliberazioni sono vincolanti per gli organi dirigenti se adottate dal Comitato con la maggioranza dei 2/3, quando partecipi al voto almeno la metà dei suoi componenti;

Bene. Hanno votato in 38, di cui 28 a favore (7 contro e 3 astenuti – fra i quali avrei potuto essere io onorandomi di imitare l’ottimo Lucio Bertè); i 2/3 di 38 sono 25,33, facciamo 26 (ma anche 27, fa lo stesso), e quindi ‘sti 2/3 ci sono.
Ma quanti sono i membri del Comitato?
RIdallo Statuto di RI (stesso Articolo 4):

3. Il Comitato Nazionale è composto:
a ) da 60 membri eletti dal Congresso degli iscritti con voto proporzionale su liste bloccate concorrenti;
ogni lista non può presentare un numero di candidati superiore a 75;
b) da un membro in qualità di rappresentante di ogni associazione radicale che abbia almeno 25 iscritti al Movimento per l’anno in corso;
c) dai parlamentari italiani ed europei e dai consiglieri regionali iscritti al Movimento per l’anno in corso. In caso di cessazione dalla carica per dimissioni o per scadenza del mandato elettorale, i parlamentari ed i consiglieri suddetti continuano a far parte a pieno titolo del Comitato nazionale fino alla tenuta del Congresso successivo.
Nelle deliberazioni per le quali il presente Statuto richieda maggioranze qualificate, votano e rilevano ai fini del quorum i componenti del Comitato eletti dal Congresso e gli eletti dalle associazioni radicali con 25 iscritti al Movimento per l’anno in corso

RIbene. Ma quanti sono gli eletti dalle associazioni radicali con 25 iscritti al Movimento per l’anno 2007? Non ho trovato risposta nei siti radicali (ma potrei averla cercata male) ma in ogni caso, se non sono almeno 16 (=38x2), e ne dubito, mi pare che abbia partecipato al voto la metà dei componenti il Comitato, il che rende la mozione vincolante per gli “organi dirigenti”. Ma quali sono ‘sti organi dirigenti?
TRIdallo Statuto di RI:

Art. 1 - Il Movimento."Radicali Italiani, movimento liberale, liberista, libertario, soggetto costituente del Partito Radicale Transnazionale", è un organismo politico costituito dagli iscritti al Movimento.Gli organi del Movimento sono: il Congresso degli iscritti, il Comitato nazionale, la Direzione, il Presidente del Movimento, il Segretario, il Tesoriere, il Presidente del Comitato.

TRIbene. Il Comitato è un organo. Ma dirigente? Nella home page di radicali.it per arrivare al link del Comitato (membri) bisogna passare dai link “Chi siamo” e “Dirigenti”. Da cui le domande iniziali e finali: sono dirigente? E sono vincolato?
La questione non è oziosa.

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